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Echi a Trieste dell’Italia unita

Progetto di storia locale
in occasione dei 150 anni della proclamazione dell’Unità d’Italia

In occasione del 150° anniversario della proclamazione dell’Unità d’Italia, “Radici&Futuro”, insieme con la Rete dei Licei triestini Galilei, Carducci e Prešeren, ha promosso, congiuntamente con l’Associazione culturale “Letterature dal fronte” di Cassino (Frosinone) e le scuole medie superiori ed inferiori del suo territorio, una serie di iniziative, con l’obiettivo di coinvolgere le giovani generazioni (del Nord e del Sud d’Italia) nella conoscenza e nella condivisione di momenti salienti della vicenda unitaria e dei suoi sviluppi.

Il progetto prevedeva, nel corso dell’anno scolastico 2010-11, la realizzazione di DUE MODULI distinti a Trieste e a Cassino, preceduti da un ciclo di incontri introduttivi, nonché la PARTECIPAZIONE CONGIUNTA degli studenti delle due città alle manifestazioni programmate da Italia 150 a Torino.

Il modulo triestino, in particolare, dal titolo

ECHI A TRIESTE DELL’ITALIA UNITA

ha avuto il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia-Assessorato all’Istruzione, la collaborazione dell’Istituto regionale per la storia del movimento di Liberazione, della Biblioteca slovena, dei Civici musei di storia ed arte, del Civico museo del Risorgimento, della Biblioteca Civica, dell’Archivio generale del Comune.

Sviluppo del progetto

Le conferenze introduttive

I lavori degli studenti

1861 e dintorni, a Trieste

SVILUPPO DEL PROGETTO

Nel progetto “ECHI A TRIESTE DELL’ITALIA UNITA” è stata coinvolta la Rete di scuole formata dal Liceo scientifico Galileo Galilei, dal Liceo Giosué Carducci e dal Liceo scientifico con lingua di insegnamento slovena France Prešeren, tutti di Trieste, con i seguenti docenti:
Liceo scientifico Galileo Galilei (capofila): Renata Brovedani (referente per tutte le scuole), Tristano Matta, Paolo Privitera, Ester Savini, Piera Romani
Liceo Giosué Carducci: Luisa Miccoli, Annamaria Zecchia, Gloria Marina Gollo, Anna Piccioni
Liceo scientifico con lingua di insegnamento slovena France Prešeren: Marta Ivašič, Majda Artač, Neva Bizjak, Daria Betocchi, Nada Gerželj, Tatjana Miletić

02 - Manifesto realizzato da Federico Zadra

Puoi scaricare QUI il progetto completo

Logo Echi a Trieste

Il 18 aprile 2011, il progetto “ECHI A TRIESTE DELL’ITALIA UNITA” è stato presentato alle Officine Grandi Riparazioni di Torino, nell’ambito di Italia 150, da una delegazione di studenti dei Licei Galilei, Carducci e Prešeren. Nell’occasione, ha avuto luogo un incontro con i ragazzi del Liceo scientifico Pellecchia e dell’Istituto tecnico industriale Majorana di Cassino, in rappresentanza di tutti gli studenti del Cassinate coinvolti in un analogo progetto sull’Unità d’Italia riferito al loro territorio.

L’indomani, il gruppo di Trieste ha assistito alla presentazione dei lavori di Cassino, cui ha partecipato anche la scuola media Di Biasio della cittadina laziale.

Gli incontri sono stati organizzati dalle Associazioni “Radici&Futuro” di Trieste e “Letterature dal fronte” di Cassino. Successivamente agli eventi torinesi, tutti i lavori degli studenti di Cassino sono stati raccolti nella pubblicazione “I nostri primi 150 anni. Il contributo del territorio all’Unità d’Italia – L’Italia nel cuore” (Psiche e Aurora editore, 2011), in cui non manca una citazione del rapporto con Trieste.

Puoi scaricare QUI il programma di viaggio completo

Impressioni di una studentessa triestina del viaggio a Torino

Ciò che colpisce di Torino è la sua vastità: ampi viali alberati, edifici imponenti, piazze maestose. Chilometri di portici garantiscono alla gente passeggiate e incontri con qualsiasi tempo. Noi abbiamo trovato dappertutto folle di cittadini e di turisti che si godevano gli spazi di una città accogliente.

Palazzo Madama: siamo entrati in quello che fu il primo Senato italiano, ricostruito per le celebrazioni del centocinquantenario. Ci siamo seduti sugli scranni che furono occupati dai primi esponenti del Senato italiano, di cui abbiamo colto brani di interventi grazie ad un filmato che scorreva in continuazione.

Al Museo egizio ci ha colpito la tomba di Ka e Merit, due ricchi borghesi che poterono permettersi un arredo funerario completo, dai due letti con poggiatesta, alla parrucca di lei, alle vivande, ai vestiti di lino.

Il momento tanto atteso e decantato era finalmente giunto: durante la nostra prima mattinata a Torino abbiamo avuto la possibilità di esporre al pubblico di Cassino il frutto di molti mesi di lavoro. L’esposizione del progetto “Echi a Trieste dell’Italia unita” ha saputo riscuotere un grande successo nelle file del nostro pubblico, e questa percezione ha fatto nascere in tutti noi una grande soddisfazione. La nostra prestazione è stata ricambiata in modo equo l’indomani da quella dei ragazzi di Cassino. Per concludere il nostro incontro e manifestare l’emozione del tanto atteso evento, noi tutti ragazzi ci siamo esibiti in un abbraccio collettivo e liberatorio.

Al termine dell’incontro, la nostra compagnia si è dedicata alla vista della mostra “Fare gli Italiani”, organizzata in 13 “isole”, che affrontavano 13 diversi argomenti secondo il principio dell’inclusione o dell’esclusione: la scuola, la mafia, l’emigrazione, la chiesa…

Come lasciare una città come Torino senza sentirsi dispiaciuti nel farlo? Nonostante tutte le nostre avventure, siamo ritornati nella nostra amata Trieste, con un bagaglio di esperienze che porteremo sempre con noi.

Irene Sirotich, III G Liceo Galilei

LE CONFERENZE INTRODUTTIVE

I LAVORI DEGLI STUDENTI

Gruppo di lavoro n. 1
Liceo Galilei – Trieste com’era, Trieste com’è

L’indagine delinea un quadro di com’era la Trieste asburgica della metà dell’800 dal punto di vista politico, economico, sociale e culturale, mettendola a confronto con la situazione della città oggi.

docenti: prof. Tristano MATTA e prof.ssa Renata BROVEDANI
referente scientifico: prof.ssa Tullia CATALAN

studenti: Lorenza GIORDANI, Carlotta VALMASSOI, Antonella SALICH (classe IV A), Pietro COCCIA (classe IV F), Federico ZADRA, Kevin MENESTRINA (classe III G)

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Gruppo di lavoro n. 2
Liceo Carducci – “O brigante o emigrante” (Francesco Saverio Nitti): anche a Trieste?

A differenza di quanto accade nel Regno d’Italia, Trieste non conosce nell’800 il fenomeno del brigantaggio e quello dell’emigrazione. Quest’ultimo, tuttavia, entrerà prepotentemente nella storia della città nel Novecento, raggiungendo l’acme con la vicenda particolare e ancora in gran parte sconosciuta dell’esodo istriano.

docente: prof.ssa Annamaria ZECCHIA
referente scientifico: dott. Marino VOCCI

studenti: Giorgia ARCIPRETE, Luca CARBONARO, Valentina CECCHINI, Francesca CESARATTO, Antonio DEMARIN, Ilaria GIULIANINI, Antonio GIUSTI, Nikola GOSIC, Roberta MILANI, Valentina MIRARCHI, Giovanni PACCHIALAT, Ilaria PUNIS, Tommaso SCULIN, Elisa SERPO, Antonella SPEDICATO, Francesca TOMINI, Caterina TOUNSI, Natasha TROVARELLI, Veronica VALESI (classe III A)

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Gruppo di lavoro n. 3
Liceo Galilei – La toponomastica a Trieste legata all’Unità d’Italia

Partendo dalla definizione di Venezia Giulia, coniata dal goriziano Graziadio Isaia Ascoli nel 1863 per il territorio di Gorizia e Trieste, sono stati rintracciati ai tempi nostri i nomi di strade, piazze, scuole e monumenti che si richiamano a personaggi o eventi del Risorgimento e dell’Unità d’Italia. Particolare attenzione è stata dedicata alla figura di Goffredo Mameli, autore dell’inno nazionale, cui è intestata la strada dove ha sede il liceo Galilei.

docente: prof.ssa Renata BROVEDANI
referente scientifico: dott.ssa Paola UGOLINI

studenti: Elia GHISELLINI, Silvia MARTELLOSSI, Giulia GIACOMINI, Enrico MAZZOTTA, Kevin MENESTRINA, Simone MINCARELLI, Angela GIUGOVAZ, Francesca PES, Fabio SIROTICH, Irene SIROTICH, Elias VISCOVICH, Federico ZADRA (classe III G)

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Gruppo di lavoro n. 4
Liceo Prešeren – La proclamazione dell’Unità d’Italia sulla stampa

Quale eco ebbe la proclamazione dell’Unità italiana sulla stampa? Un gruppo di studenti ha esaminato i resoconti pubblicati dal giornale sloveno Novice nel 1861. Un altro gruppo di studenti ha esaminato una serie di articoli apparsi sulla stampa slovena alla morte di Garibaldi, nel giugno del 1882

docenti: prof.ssa Daria BETOCCHI, prof.ssa Tatjana MILETIĆ, prof.ssa Majda CIBIC,
prof.ssa Marta IVAŠIČ
referente scientifico: prof. Jože PIRJEVEC

studenti: Moira BERGINC, David GUŠTIN, Tjaša OBLAK, Lucija TAVČAR, Tanja VALIČ (classe III K.L.) Martin BENCINA, Erik BRASS, Sara CARIDI, Melina COLSANI, Daniel HOFFER, Tanja GEORGIEV, Sara PERIC e Sara TENCE (classe IV A)

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Gruppo di lavoro n. 4
Licej Prešeren – Odmevi razglasitve zedinjenja Italije v tisku

Kako je italijansko zedinjenje odmevalo v tisku? Skupina dijakov je pregledala poročila, ki jih je v letu 1861 objavil slovenski list Novice. Druga skupina dijakov je pregledala vrsto člankov, ki so v slovenskem tisku izšli ob Garibaldijevi smrti v juniju leta 1882.

mentorji: prof. Daria BETOCCHI, prof. Tatjana MILETIĆ, prof. Majda CIBIC,
prof. Marta IVAŠIČ
strokovni svetovalec: prof. Jože PIRJEVEC

dijaki: Moira BERGINC, David GUŠTIN, Tjaša OBLAK, Lucija TAVČAR, Tanja VALIČ (razred III KL.L.) Martin BENCINA, Erik BRASS, Sara CARIDI, Melina COLSANI, Daniel HOFFER, Tanja GEORGIEV, Sara PERIC e Sara TENCE (razred IV.A)

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Gruppo di lavoro n. 5
Liceo Galilei e Liceo Carducci – Da Garibaldi a Oberdan, un passaggio di testimone

L’indagine prende in esame il rapporto tra le due figure e i motivi che sono stati all’origine della vicenda dell’irredentismo.

docenti: prof. Tristano MATTA e prof.ssa Luisa MICCOLI
referente scientifico: prof. Fulvio SENARDI

studenti: Alice ELLENI, Iva KASTRIOTI, Eleonora SANTI, Gaia TRAVAN, Cosima GRISANCICH (classe V D del Galilei) e Luca BIASIN, Fiorella CAU MANDORINO, Beatrice CREVATIN, Sara CUCCA, Tiziana D’ANDREA, Simone DEGANUTTI, Martina DUSSI, Moreno ELLERO, Daniel FABRIS GERSON, Luca GRATTON, Luca INNOCENTI, Eitan LABINAZ, Tiziano MORELLI, Raffaele MORO, Carol OMARI, Caterina ORSINI, Silvia PIETROBELLI, Desirée PRODAN, Caterina RISMONDO, Andrea SGOBBIO, Deborah SOTTILE, Sara TOMMASINI, Federico VASCOTTO (classe IV B del Carducci)

Il lavoro che segue, è suddiviso in due parti: la prima sviluppata dagli studenti del Galilei e la seconda da quelli del Carducci.

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Gruppo di lavoro n. 6
Liceo Prešeren – Risorgimento e popoli slavi tra contatti, influenze e confronti

Il Risorgimento italiano è stato anche un modello e un punto di riferimento per altri popoli. Sono stati presi in esame alcuni esempi, tratti in primo luogo dalla storia slovena e da quella polacca, ceca, croata e serba, con una particolare attenzione a Trieste. Si è cercato così di cogliere alcuni aspetti dei rapporti intercorsi tra le diverse correnti risorgimentali e i movimenti nazionali e sociali di altri popoli. Si sono usati materiali di vario genere: la stampa dell’epoca, alcune memorie e biografie, testi letterari, alcune fonti d’archivio conservate a Trieste e fonti citate nelle opere storiografiche.

docenti: prof.ssa Marta IVAŠIČ e prof.ssa Tatjana MILETIĆ
referente scientifico: dott. Borut KLABJAN

studenti: Irena COSSUTTA, Janja HAUSCHILD, Nicole PARMESAN, Anna PICCOLO, Erica SARTORI (classe I K.L.), Moira BERGINC, David GUŠTIN, Tjaša OBLAK, Lucija TAVČAR, Tanja VALIČ (classe III K.L.)

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Gruppo di lavoro n. 6
Licej Prešeren – Italijanski Risorgimento in slovanski narodi– vplivi in soočanja

Italijanski preporod je bil tudi vzor in opora drugim narodom. Dijaki bodo obravnavali nekatere primere, predvsem iz slovenske, pa tudi iz poljske, češke, hrvaške in srbske zgodovine, in bili posebno pozorni na Trst. Skušali bodo tako razumeti nekatere vidike odnosov, ki so se spletli med različnimi tokovi italijanskega preporoda in nacionalnimi ter socialnimi gibanji drugih narodov. Uporabili bomo raznovrstno gradivo: takratni tisk, nekatere spomine in biografije, literarna besedila, nekatere arhivske vire iz tržaških arhivov in vire, ki jih navajajo zgodovinopisna dela.

mentorici: prof. Marta IVAŠIČ in prof.Tatjana MILETIĆ
strokovni svetovalec: dr. Borut KLABJAN

dijaki: Irena COSSUTTA, Janja HAUSCHILD, Nicole PARMESAN, Anna PICCOLO, Erica SARTORI (razred I K.L.), Moira BERGINC, David GUŠTIN, Tjaša OBLAK, Lucija TAVČAR, Tanja VALIČ (razred III K.L.)

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Gruppo di lavoro n. 7
Liceo Prešeren – La Slavia Veneta, Benečija, i primi sloveni in Italia

Gli abitanti della Slavia Veneta, Benečija, sono stati i primi sloveni entrati a far parte del Regno d’Italia, quando nel 1866, alla fine della terza guerra d’indipendenza, il Veneto venne unito al nuovo Stato. La regione e i suoi abitanti traggono il loro nome dall’essere appartenuti, dal 1420 al 1797, alla Repubblica di Venezia. Come si rapportarono ai movimenti risorgimentali e allo Stato unitario italiano? Quale fu la politica dello Stato italiano di fronte a quella realtà? Oltre alle fonti storiografiche e letterarie, sono state prese in particolare in esame le opere di Carlo Podrecca.

docenti: prof.ssa Marta IVAŠIČ e prof.ssa Majda ARTAČ
referente scientifico: dott. Branko MARUŠIČ

studenti: Caterina DUCCI NOVELLI, Majla KOŠUTA, Ivana MILIČ, Sara PAROVEL, Elisa PERIC, Mateja POČKAJ (classe II K.L.)

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Gruppo di lavoro n. 7
Licej Prešeren – Beneška Slovenija, prvi Slovenci v Italiji

Prebivalci Beneške Slovenije, Benečije, so bili prvi Slovenci, ki so postali del Kraljevine Italije, ko je bil leta 1866, ob koncu tretje vojne za neodvisnost, Veneto združen z novo državo. Dežela in njeni prebivalci se tako imenujejo, ker so med letoma 1420 in 1797 pripadali Beneški republiki. Katero je bilo njihovo razmerje do italijanskih preporodnih gibanj in italijanskega zedinjenega kraljestva? Katero politiko je nova italijanska država vodila do njihove stvarnosti? Ob zgodovinopisnih in literarnih virih bomo posebej obravnavali dela, ki jih je objavil Carlo Podrecca.

mentorici: prof. Marta IVAŠIČ in prof. Majda ARTAČ
strokovni svetovalec: dr. Branko MARUŠIČ

dijaki: Caterina DUCCI NOVELLI, Majla KOŠUTA, Ivana MILIČ, Sara PAROVEL, Elisa PERIC, Mateja POČKAJ (razred II K.L.)

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1861 E DINTORNI, A TRIESTE

Questo spazio, curato dalla giornalista Laura Capuzzo, ospita una serie di contributi originali, messi gentilmente a disposizione dalla Prefettura di Trieste.

Sono testi scritti appositamente per il sito della Prefettura da esperti, su personaggi, situazioni, eventi di particolare significato che caratterizzano gli anni dell’Unità d’Italia a Trieste. L’intento è di ricostruire, attraverso alcuni flash d’autore, l’atmosfera dell’epoca in città.

I contributi sono di Alberto Bollis, Giovanna Paolin, Francesco Lazzari, Antonella Caroli, Fabio Todero e Nicoletta Cavalieri e ricordano rispettivamente la nascita del Piccolo, la condizione femminile, l’inaugurazione della nuova Casa dei poveri, la costruzione del Porto, i giornali triestini del periodo e il rapporto della città con Giuseppe Verdi.

Il foglio di Teodoro Mayer

di Alberto Bollis

C’è un legame indissolubile, l’amore viscerale per la Patria, a unire la fondazione del Piccolo di Trieste al Tricolore. E’ un vincolo più forte di ogni censura, indomito davanti all’arroganza del potere, basato sulla forza di volontà dei singoli individui e sulla compattezza di un’intera comunità.

Siamo nel 1881. Il Regno d’Italia, dopo l’unità proclamata da Vittorio Emanuele II, ha ormai vent’anni. E vent’anni compie allora anche l’intraprendente Teodoro Mayer: giovane triestino di umile estrazione ma di ferrea perseveranza e d’idee chiarissime, con il pallino del giornalismo.

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Occhi di donna

di Giovanna Paolin

Trieste nell’Ottocento visse un percorso politico difficile e complesso. Collocata da secoli nell’ambito dell’Impero, tra concessioni e privilegi, a partire dalla metà del Settecento aveva conosciuto uno sviluppo economico e urbanistico travolgente, nonostante la forzata pausa del periodo bellico. L’emergere prepotente del dibattito politico in Europa aveva avuto qui un’eco alquanto attenuata, mentre premevano piuttosto gli interessi emporiali e si discuteva semmai più facilmente intorno al rapporto tra la città e il governo centrale.

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La nuova Casa dei poveri e le sue tante storie

di Francesco Lazzari

Nella storia di ogni comunità vi sono dei simboli – che possono estrinsecarsi in tanti modi quali la dimensione culturale, architettonica, ideale, sociale, etc. – che per la loro valenza altamente incisiva riescono a darci in un solo tocco la chiave di lettura di tutta una civiltà e di un’intera epoca.

È forse questo il caso della così detta Casa dei poveri, nome con cui molti triestini ricordano ancora oggi l’emerita istituzione che nel corso dei secoli ha cambiato più volte nome e pelle. Quella casa che, tra i suoi muri, ha visto passare tanta gente: poveri vecchi e poveri bambini, orfani, vagabondi, pericolosi, gente senza famiglia, o che aveva deciso di abbandonare la famiglia… Muri che hanno ospitato tante storie di vita: di chi cresceva e di chi era alla fine della propria vita, ma che hanno anche visto cambiare la loro finalità d’uso ospitando ora i pompieri ora altre istituzioni benemerite della città. Muri che potremmo dire generosi nel darsi, nell’offrire soccorso e solidarietà a chi ne aveva bisogno, in un modo o nell’altro.

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Il Porto, aria di Nord Europa in riva all’Adriatico

di Antonella Caroli

Il Porto Vecchio di Trieste è una testimonianza eccezionale di architettura emporiale-industriale dell’Ottocento europeo e costituisce un esempio prezioso, ormai unico, di una struttura portuale che, nell’epoca in cui era stata edificata, risultava all’avanguardia in Europa per le tecnologie e per i materiali usati.

Nel pieno svolgimento degli avvenimenti che hanno portato all’unità dell’Italia, il Porto Vecchio di Trieste inizia il suo processo costruttivo.

Il Nuovo Porto Franco di Trieste fu costruito tra il 1861 e il 1889, dopo un’ampia fase progettuale, per volontà dell’impero austro-ungarico che voleva dotarsi, a Trieste, di un grande porto capace di supportare il suo sviluppo economico.

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Un mondo di carta, che parlava diverse lingue

di Fabio Todero

Il 1848 triestino, se non ebbe rilevanti conseguenze politiche nella comunità cittadina, è però alla base dello sviluppo di una più sensibile opinione pubblica, alimentata da numerose pubblicazioni periodiche di diversa importanza, impronta e durata. Nel giro di quarant’anni videro così la luce oltre 550 nuove testate la cui diffusione, dati gli alti tassi di alfabetizzazione presenti nell’intera provincia grazie alle politiche scolastiche seguite nell’impero degli Asburgo, non si limitava alle classi medie ma a ogni categoria di persone; «un vero e proprio mondo di carta – ha scritto Tullia Catalan – che ancora oggi sorprende per la sua ricchezza di proposte».

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Il Teatro Verdi, crocevia di una città musicalissima

di Nicoletta Cavalieri

Il 17 marzo 2011 si sono festeggiati i 150 anni dalla proclamazione dell’Unità d’Italia, avvenuta nel 1861 con la nomina di Vittorio Emanuele II a Re d’Italia. Ma questo evento non interessò le terre di Trieste, al tempo ancora sotto il dominio austriaco. Fino al 1918 Trieste era infatti città dell’Impero austro-ungarico, non già dello Stato italiano e perciò ufficialmente risultava esclusa dal panorama musicale italiano. Ciò non toglie che la Trieste musicale fa a pieno diritto parte della cultura italiana. Anzi, nello scenario nazionale è città privilegiata anche musicalmente, in quanto arricchita dai contributi multietnici e dalle relazioni con la cultura viennese e tedesca e, in generale, delle comunità che trovano testimonianza nei luoghi di culto di molteplici confessioni. E il Teatro Verdi è sempre stato, già in quegli anni, crocevia di una città “musicalissima” e cardine delle sua complessa identità.

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